Abstract: Asier e Joseba sono due giovani baschi che, imbevuti di ideologia nazionalista, decidono di lasciare tutto per entrare nell'ETA. Fernando Aramburu torna al mondo di "Patria" e questa volta racconta, con umorismo caustico e irriverente, stile veloce e lampi di virtuosismo, l'addestramento alle armi di due ragazzi spediti nella parte basca della Francia, e più precisamente in una fattoria di allevatori di galline: Asier, rigido e disciplinato, e Joseba, timido e impacciato, si sottopongono con spirito all'inquadramento e attendono ordini, sospinti dalla forza cieca delle loro convinzioni. Proprio quando si sentono pronti all'azione (e sono maledettamente stufi di mangiare sempre pollo) l'ETA annuncia in tv la fine della lotta armata e lo scioglimento delle cellule. Che fare? Ventenni e sprovveduti, senza il becco di un quattrino e travolti da eventi più grandi di loro, i due decidono di fondare una nuova organizzazione di cui sono gli unici membri. Sotto una pioggia implacabile, tra furtarelli, sequestri, soldi sottratti impunemente e amicizie inaspettate, i due si trovano ad affrontare un'avventura rocambolesca tra il drammatico e il comico, mentre gli ideali si scontrano sempre più ferocemente con la nostalgia di casa...
Titolo e contributi: Figli della favola : [romanzo] / Fernando Aramburu ; traduzione di Bruno Arpaia
Pubblicazione: Milano : Ugo Guanda, 2023
Descrizione fisica: 314 p. ; 22 cm
Serie: Narratori della fenice
ISBN: 9788823532984
EAN: 9788823532984
Data:2023
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.), Spagnolo (lingua dell'opera originale)
Paese: Italia
Sono presenti 3 copie, di cui 2 in prestito.
Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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San Miniato, Mario Luzi | NAD 863.64 ARA FIG | SM038-65763 | In prestito | ||
Vicopisano | 863 ARA 5 | 0030-30913 | In prestito | 22/06/2023 | |
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Figli della favola (Guanda) racconta una gioventù senza prospettive, persa e abbondonata che non può sostenere il peso che grava su di sé, che finisce con l’essere inghiottita dalla ricerca di un’appartenenza che gli fornirà solo i mezzi per sopravvivere e mai per vivere.
Due ragazzi ventenni, abbandonati dalla società e dalla patria, credono di avere in mano la soluzione per l’indipendenza del popolo basco. Ma quando si dichiarano pronti a combattere, l’organizzazione politico-militare di cui fanno parte, l’ETA, depone le armi. Il sogno di ritornare alla lotta armata e alla guerriglia si scontra con l’evidenza di una realtà squallida: Ansier e Joseba, protagonisti del nuovo romanzo di Aramburu, vengono abbandonati come rifugiati senza alternative.
Aramburu descrive la loro sopravvivenza e il loro rapporto con uno stile schietto e un’ironia cruda che evidenziano la drammaticità della loro condizione e degli ideali di rivolta che vengono rinchiusi e costretti tra mura fredde e solitarie. I due protagonisti si fanno portatori di due visioni del mondo molto differenti: Ansier, più rude e solitario, vede nella lotta armata lo strumento di rivalsa nei confronti di una vita che percepisce sprecata; Joseba è combattuto fra la volontà di tornare dalla famiglia e la necessità di sentirsi parte di qualcosa. Il punto nevralgico del romanzo è proprio la mancanza di una comunità e di una patria, da cui consegue l’impossibilità di trovare il proprio posto all’interno della società.
Al di fuori della lotta non c’è vita: questo è stato insegnato ad Ansier e Joseba, che ora infatti assistono apatici a giorni sempre uguali e senza senso tra solitudine, povertà e inebriamento ideologico.
Agire o non agire?
Il dilemma li affligge finché, mossi dalla volontà di ritrovare un senso alla loro esistenza, decidono di creare una propria organizzazione di rivolta, il “commando Tarn”. Come i giovani disillusi che provano a trovare un loro posto nel mondo, cercano di creare una personale indipendenza al di là di quella “forzata” che gli ha fornito l’ETA.
Uscendo dal rifugio, l’altrove è molto più ostile di quello che si ricordavano.
Nel loro viaggio verso Tolosa, Aramburu sottolinea ed evidenzia più volte la loro decontestualizzazione rispetto a tutto ciò che li circonda. Non sono accettati dalle persone che incontrano e sono spesso costretti a scappare da situazioni che li potrebbero mettere in pericolo. Arrivati a Tolosa riescono a trovare una loro momentanea appartenenza e coscienza di sé, tramite la nuova organizzazione GDG che resterà però solo con due membri anche se organizzata con aiuti esterni.
Fernando Aramburu Irigoyen (San Sebastián, 1959) è uno scrittore, poeta e saggista spagnolo.
Scrittore basco, compie gli studi di Filologia ispanica all’Università di Saragozza.
Insegna per alcuni anni spagnolo in Germania e comincia a dedicarsi alla scrittura spaziando nella sua vasta produzione dai romanzi e i racconti alle poesie, i saggi e i libri per ragazzi.
La sua ultima opera, Patria ha ricevuto il prestigioso Premio de la Crítica 2016, il Premio Nazionale di Letteratura per la Narrativa di Spagna 2017 e, nel 2018, il Premio Strega Europeo e il Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Opere:
Fuegos con limón (1996)
Los ojos vacíos: Trilogía de Antíbula 1 (2000)
Il trombettista dell'Utopia (El trompetista del Utopía, (2003)
Bami sin sombra: Trilogía de Antíbula 2 (2005)
Viaje con Clara por Alemania (2010)
Anni lenti (Años lentos, 2012)
La gran Marivián: Trilogía de Antíbula 3 (2013)
Ávidas pretensiones (2014)
Patria (2016)
I rondoni (Los vencejos) (2020)
Figli della favola (2023).
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