Abstract: L'arte contemporanea è una lingua cui occorre essere iniziati, esattamente come l'arte di qualunque altro secolo. Per esempio, se non conosciamo la simbolica dell'epoca, non riusciamo a interpretare correttamente il ritratto di Luigi XIV realizzato da Hyacinthe Rigaud; e analogamente, se non sappiamo quanto Jeff Koons sia oggi impegnato nella battaglia a favore dei diritti LGBTQ+, non riusciamo a capire il significato del suo famoso mazzo di tulipani. Percorrendo il cammino che, dalle prime tracce artistiche di Chauvet risalenti a quarantamila anni fa, porta fino al mazzo di Jeff Koons del 2019, vorrei riuscire a vanificare i discorsi di tutti quegli uccelli del malaugurio che pensano che l'arte sia morta, che il Bello non sia più in grado di imporre le proprie regole come ha sempre fatto, e che l'arte contemporanea nella sua totalità meriti di finire nella spazzatura. La verità è che il Bello è un cruccio assolutamente recente nella storia dell'arte e ha pure smesso di esserlo abbastanza in fretta; è durato insomma lo spazio di pochi decenni: tra il 1750, anno in cui Alexander Gottlieb Baumgarten canonizza l'uso moderno del termine «estetica», e il 1826, anno dell'invenzione della fotografia. Sostenere che l'arte contemporanea, avendo smesso di puntare al Bello, non sia più legittimata a considerarsi arte, si rivela quindi una totale sciocchezza.
Titolo e contributi: Le ragioni dell'arte : un'iniziazione all'arte dalla preistoria ai giorni nostri / Michel Onfray ; traduzione di Michele Zaffarano
Pubblicazione: [Milano] : Ponte alle Grazie, 2022
Descrizione fisica: 175 p. : ill. ; 23 cm
ISBN: 978-88-333-1853-0
Data:2022
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.), Francese (lingua dell'opera originale)
Paese: Italia
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Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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Lari | 709 ONF 1 | 0070-17416 | Su scaffale | Disponibile |
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