Il faraone d'Olanda
0 1
Libri Moderni

Abdolah, Kader

Il faraone d'Olanda

Abstract: L'egittologo olandese Herman Raven sta perdendo la memoria. Di una vita intera scandita da grandi imprese archeologiche ricorda solo un segreto: nella sua cantina, decorata ad arte come una tomba faraonica, nasconde un antico e inestimabile sarcofago, contenente la mummia della regina Merneith, che fu l'eletta di Thoth, il dio egizio della scrittura e della sapienza. Da anni Herman se ne prende cura amorevolmente insieme all'amico Abdolkarim, figlio di un restauratore di libri antichi del Cairo ed ex operaio in una ditta di lavatrici all'Aia, che nella sua casetta olandese sul canale ha ricreato un tipico orto del Nilo. Ma tutto ha una fine, «tutto torna al luogo da dove è venuto», così Abdolkarim desidera ora tornare «a casa», e se riuscirà a riportare in Egitto anche la regina Merneith potrà dare un senso e un valore al suo destino di emigrato, senza sentirsi sconfitto. È questa la missione che i due vecchi idealisti, minacciati in sogno dai coccodrilli del Nilo, devono compiere a ogni costo prima di morire, sfidando le autorità, chi vorrebbe trarre profitto dal prezioso reperto e chi lo considera un falso, una folle invenzione, il capriccio infantile di due confuse menti senili. Del resto qual è la verità quando la memoria ci tradisce? E conta di più la realtà o una fantasia che dia luce e scopo ai nostri giorni? Da rifugiato che non sa se potrà mai rivedere la sua terra d'origine, Kader Abdolah racconta attraverso le avventure di due eroi al crepuscolo della vita una storia piena di humor e nostalgia sul diritto al «ritorno» - ritorno alla libertà dell'infanzia, ritorno alle proprie radici - per portare a compimento un'esistenza.


Titolo e contributi: Il faraone d'Olanda / Kader Abdolah ; traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo

Pubblicazione: Milano : Iperborea, 2022

Descrizione fisica: 286 p. ; 20 cm

Serie: Gli iperborei

EAN: 9788870916553

Data:2022

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Nomi: (Autore)

Soggetti:

Classi: 839.3137 Comico e umorismo <genere fiction> (0)

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2022
  • Target: adulti, generale
Testi (105)
  • Genere: fiction

Sono presenti 3 copie, di cui 0 in prestito.

Biblioteca Collocazione Inventario Stato Prestabilità Rientra
Lari na 839.31 ABD 1 0070-17217 Su scaffale Disponibile
Calci 839 ABDK 4 0200-14771 Su scaffale Disponibile
Peccioli, Fonte Mazzola 839.31 ABD 0210-10351 Su scaffale Disponibile
Vedi tutti

Ultime recensioni inserite

Un romanzo in cui "tutto torna al luogo da dove è venuto" che Abdolah voleva non avesse nulla a che fare con la sua storia ed invece è il più vicino allo scrittore che in Iran non potrà veramente tornare. "Non ci sono le condizioni. Assolutamente non posso tornare e non potrei scrivere in Iran. Anche se non mi mettessero in prigione sarei in una galera forzata" dice Abdolah con i suoi enormi baffoni.

L'autore di 'Scrittura cuneiforme', con cui ha conquistato il pubblico internazionale e de 'La casa della moschea', con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour nel 2009, pensa anche all'amico Salman Rushdie, a un mese dall'attentato che ha subito. "Mi dispiace. Qualche volta penso che se fossi lui vorrei essere ucciso. È un amico e capisco il suo dolore. Abbiamo lo stesso nemico, ma ha scritto i suoi libri. Adesso ha perso un occhio, lo hanno spezzato nel corpo e lui risponderà con libri ancora più belli. Se fossi Rushdie e qualcuno mi volesse uccidere direi 'va benissimo. Completa il tuo omicidio. Perchè Rushdie non può essere Rushdie più di quanto non lo sia già. Gli auguro una vita lunghissima" dice Abdolah che sarebbe felicissimo se Jafar Panahi, il regista iraniano attualmente in prigione, vincesse il Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia con 'Gli orsi non esistono'. "Sarebbe bella questa vittoria perché gli è stato vietato di fare film e lui ha avuto il coraggio di farlI con il cellulare. È importante dargli attenzione più che mai, non solo perché è un bravo regista ma per la pressione politica che sta subendo" sottolinea.
"Tempo fa ho visto il primo film di suo figlio Panah Pnahi e ho capito che sta facendo tutto quello che è in suo potere per fuggire dal Paese. Sta gridando e chiamando la libertà e chiedendo di poter essere se stesso. Il regime iraniano in questo momento è il peggiore di tutti in tempi e non si può essere se stessi" afferma.

La lezione di resistenza più importante viene "dalla resilienza delle donne: non possono lavorare, avere una vita professionale, eppure il più possibile cercano di andare all'Università solo per il piacere di studiare: il 75% degli atenei sono popolati da donne iraniane. In questo momento rappresentano il nemico più significativo dell'ayatollah che vorrebbe rinchiuderle in casa, coprirle con il chador, ma loro non ci stanno, lottano per la loro libertà. Devono essere completamente coperte, ma si scoprono appena possono. È una cosa bellissima, mi mancano molto, le amo tutte" sottolinea lo scrittore che guarda con molto interesse alle nuove generazioni e a TikTok che è "a volte viene guardata con dispregio ma è il mezzo di comunicazione più significativo per rappresentare la libertà perché chiunque può parlare".

Ne "Il faraone d'Olanda" troviamo un egittologo olandese sempre più smemorato che nasconde un antico e inestimabile sarcofago con la mummia della regina Merneith di cui si prende cura con l'amico Abdolkarim, figlio di un restauratore di libri antichi al Cairo che desidera tornare a casa e riportare in Egitto la Regina Merneith. "Ci sono milioni di persone che vengono in Europa in cerca di lavoro, di una casa, di pane da mangiare, ma tutti vogliono tornare a casa, alle proprie radici. Anch'io sto invecchiando e pensando a cosa ho fatto nella mia vita. Fuggire è stato giusto e cambiare lingua in cui scrivevo corretto? È stato giusto lasciare che morisse mio padre senza essere presente. Sono un piccolo scrittore, mille anni prima di me Omero ha scritto l'Odissea. Dopo essere diventato eroe Ulisse voleva tornare a casa. Mia madre, che ha la stessa età che aveva la Regina Elisabetta, non vuole morire prima che io torni a casa. Con la scrittura potrò raccontare il rientro in Iran e salutare mia madre. La letteratura è l'unico modo" racconta lo scrittore che sta scrivendo un nuovo romanzo che riguarda proprio questo.

Kader Abdolah, pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani (Arak, 12 dicembre 1954), è uno scrittore iraniano naturalizzato olandese.

Rifugiato politico in Occidente, vive nei Paesi Bassi e scrive le sue opere in olandese.

Primo di sei figli, cresce in una regione di stretta osservanza islamica. Volendo seguire le orme di un suo trisavolo, Qhaem Megham Ferahni, uomo politico e poeta assassinato dallo scià nel 1875, Kader Abdolah sogna fin da piccolo di diventare scrittore. Per questo, dall'età di 12 anni si dà allo studio della letteratura occidentale, che fa sorgere in lui l'interesse culturale per l'Occidente di cui ascolta clandestinamente le stazioni radio.

Nel 1972 inizia a studiare fisica all'università di Teheran e ottiene un posto di direttore in una fabbrica di imballaggi. È in questa epoca che si interessa di scrittura, con la produzione di numerosi testi in lingua persiana. Dopo aver pubblicato due raccolte di racconti, adottando come pseudonimo i nomi di due esponenti dell'opposizione, Kader e Abdolah, assassinati dal regime iraniano degli ayatollah, le autorità scoprono in lui un membro attivo dell'opposizione, una circostanza che lo costringe ad abbandonare il suo paese nel 1985, insieme alla moglie, per trasferirsi in Turchia. Vi rimane tre anni, fino a quando entra in contatto ad Ankara con una delegazione olandese delle Nazioni Unite.

Decide così di rifugiarsi nei Paesi Bassi dove ottiene lo status di rifugiato politico. Dopo un soggiorno nel centro per rifugiati ad Apeldoorn, ottiene una casa a Zwolle, dove rimane fino al 2003, quando si sposta a Delft.

Impara l'olandese essenzialmente da autodidatta, aiutandosi con libri per bambini e raccolte di poesia. Per un anno frequenta anche l'Università di Utrecht per studiarvi letteratura. Inizia a scrivere in olandese, sforzandosi di padroneggiare meglio la lingua.

Debutta nel 1993 con la raccolta di novelle "De adelaars" (Le aquile), incentrate sull'esperienza di esule: l'opera gli vale il Gouden Ezelsoor, premio olandese destinato agli esordienti. Nel 1995 esce una seconda raccolta, sullo stesso tema, intitolata De meisjes en de partizanen (Le ragazze e i partigiani).

Pubblica un numero crescente di libri sotto lo pseudonimo di Kader Abdolah e tiene ogni settimana una rubrica nel giornale de Volkskrant, sotto lo pseudonimo di Mirza, che significa "cronista", e che è anche il nome di suo padre morto. La sua opera è quasi sempre incentrata sulla vita tra due culture, quella originaria dell'Iran e quella adottiva dei Paesi Bassi, e sulla vita nella diaspora.

Opere:

De Adelaars, 1993
De meisjes en de partizanen, 1995
De reis van de lege flessen, 1997 (trad. it. Il viaggio delle bottiglie vuote, Milano: Iperborea, 2001)
Mirza, 1998
Spijkerschrift, 2000 (trad. it. Scrittura cuneiforme, Milano: Iperborea, 2003)
Kelilè en Demnè, 2002 (trad. it. Calila e Dimna, Milano: Iperborea, 2005)
Portretten en een oude droom, 2003 (trad. it. Ritratti e un vecchio sogno, Milano: Iperborea, 2007)
Het huis van de moskee, 2005 (trad. it. La casa della moschea, Milano: Iperborea, 2008)
De boodchapper. Een vertelling, 2008 (trad. it. Il messaggero, Milano: Iperborea, 2010)
De koning, 2011 (trad. it. Il re, Milano: Iperborea, 2012)
De kraai, 2011 (trad. it. Il corvo, Milano: Iperborea, 2013)
Papegaai vloog over de IJssel, 2014 (trad. it. Un pappagallo volò sull'IJssel, Milano: Iperborea, 2016)
Salam Europa!, 2018 (trad. it. Uno scià alla corte d'Europa, Milano: Iperborea, 2018)
Het pad van de gele slippers, 2018 (trad. it. Il sentiero delle babbucce gialle, Milano: Iperborea, 2020)
Farao van de Vliet, 2019 (trad. it. Il faraone d'Olanda, Milano: Iperborea, 2022).

Condividi il titolo
Codice da incorporare

Copia e incolla sul tuo sito il codice HTML qui sotto.