Abstract: Incaricato di costruire un nuovo ponte a Kuusmàki, piccolo paese sperduto tra i boschi e i laghi della Finlandia, teatro di un efferato eccidio di Rossi durante la Guerra civile, Akseli Jaatinen è destinato a suscitare una sospettosa diffidenza fin dalla sua comparsa, una nebbiosa mattina di marzo: possibile che sia davvero un ingegnere quel l’energumeno che si presenta in camicia a scacchi e stivali di gomma, arriva in pullman come qualsiasi squattrinato e familiarizza subito con gli operai? Che non sia tipo da badare alle convenzioni è più che evidente, e basta poco perché i suoi modi liberi, la sua refrattarietà ai codici e alle gerarchie sociali e la sua insofferenza per ogni ipocrisia e sopruso trasformino la diffidenza dei notabili locali in guerra aperta: le autorità, la polizia e perfino il prete fanno di tutto per ostacolarlo e umiliarlo, finché non riusciranno a espellere dalla piccola comunità quell’estraneo che disturba la legge e l’ordine. Ma come in un western in salsa finnica, Jaatinen tornerà in veste di rampante imprenditore a compiere la sua beffarda vendetta di giustiziere. La rivincita dei Rossi contro i Bianchi, di un costruttore di ponti contro i difensori dei muri di una società chiusa e classista, che perpetua nell’immobilismo le sue disuguaglianze: scritto subito dopo L'anno della lepre, il romanzo rivela l’aperto intento politico, senza però mai perdere la vena ironica e paradossale di Paasilinna. E quel fondo di sottile malinconia, che è la sigla della sua genialità. Nelle umoristiche peripezie, i suoi protagonisti si ritrovano sempre a combattere contro i conformismi inseguendo obiettivi libertari, ma forse raggiungerli non basta, forse anche un uomo felice alla fin fine sogna di fuggire.
Titolo e contributi: Un uomo felice / Arto Paasilinna ; traduzione di Nicola Rainò
Pubblicazione: Milano : Iperborea, 2021
Descrizione fisica: 208 p. ; 21 cm
Serie: Gli iperborei ; 343
EAN: 9788870916430
Data:2021
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.), Finlandese (lingua dell'opera originale)
Paese: Italia
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Askeli Jaatinen è l’ingegnere che arriva a Kuusmäki, sperduto paesello tra i boschi della Finlandia, per costruire un nuovo ponte sul fiume Eccidio. Un ingegnere particolare, che solidarizza con gli operai, fa il bagno nudo nel fiume e, al massimo della sfrontatezza, insidia le donne dei paesani. Per i notabili del posto, dal sindaco al commissario, dal perito edile al preside, fino al parroco, “c’è di che fremere”. L’efficienza dimostrata nella costruzione aumenta, se possibile, l’indignazione dei piccoli potenti, che riescono a ostracizzare e cacciare Jaatinen. Ma l’ingegnere non si dà per vinto e torna a Kuusmäki per ribaltarla da cima a fondo. Un passo dopo l’altro, ottiene appalti importanti, compra il giornale locale, fa insediare nelle associazioni gli operai che ormai lo seguono come un condottiero.
La provincia finlandese è una provincia universale, con le sue chiusure, il suo conformismo, le sue piccole violenze quotidiane. Ma Jaatinen è un disturbatore della quiete atipico: non più raffinato, colto o intelligente dei paesani, anzi, si guadagna il ribrezzo collettivo per la sua sciatteria e la sua irruenza. Ma è intraprendente e ambizioso, smuove le acque facendo amicizia con i sindacalisti comunisti e miscredenti, rovescia i rapporti di forza e di potere. Ha fame di vita: è un’idrovora che trangugia tutto quello che vede, e senza malevolenza per nessuno, travolge senza esitare chi si metta di traverso alla sua libertà. Così un umorismo irresistibile si innesca nel momento in cui, nel tentativo di capire cosa voglia veramente Jaatinen, si rimane sempre delusi: non ha secondi fini, a parte il suo strabordante desiderio.
Per lui non c’è niente di più naturale e immediato che scontrarsi con la meschinità dei signorotti di Kuusmäki, nei quali però è facile immedesimarsi: smascherati nella loro ipocrisia non da un maestro o un asceta, ma da un rozzo capocantiere. Per questo viene difficile parlare di satira, termine che ormai si porta dietro, a torto ma tant’è, un certo carico moraleggiante. No, nessuna morale, l’unica rivoluzione dell’ingegner Jaatinen è quella della sua felicità, sempre inseguita, in larga parte conquistata, infine forse un minimo rimandata, alla realizzazione di progetti futuri.
Arto Paasilinna, “ex guardaboschi, ex giornalista, ex poeta”, recita la biografia di copertina, ex nel senso che è morto nel 2018, ha scritto Un uomo felice subito dopo il grande successo de L’anno della lepre. I lettori anche meno attenti non faticheranno a trovare tra le pagine un riferimento a questo suo romanzo più noto.
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