Abstract: Nata e cresciuta a Londra, Ada Kazantzakis, sedici anni, non sa niente del passato dei suoi genitori. Non sa che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, negli anni Settanta erano due adolescenti in quell'isola favolosa di acque turchine e profumo di gardenie chiamata Cipro. Non sa che i due si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d'aglio e peperoncini. Non sa che al centro di quella taverna, testimone dei loro incontri amorosi, svettava un albero di fico. E non sa che l'albero, con le fronde che uscivano da un buco sul tetto, era lì anche quando l'eterno conflitto dell'isola, spaccata in due lungo la «linea verde», si era fatto più sanguinoso e i due ragazzini non erano più venuti. Ora quello stesso albero, nato da una talea trafugata anni prima a Londra, cresce nel giardino dietro la casa di Ada: unico, misterioso legame con una terra dilaniata e sconosciuta, con quelle radici inesplorate che, cercando di districare un tempo lunghissimo fatto di segreti, violente separazioni e ombrosità, lei ha bisogno di trovare e toccare, per poter crescere. Pulsano, in questo libro spalancato sulla distruzione e gli esili provocati dalla guerra, colori luminosi e profumi d'erbe e olive nere; il battere delle ali di uccelli di ogni piumaggio; il canto ininterrotto delle fronde di un albero, il respiro sano di un amore e quello fiero della vita.
Titolo e contributi: L'isola degli alberi scomparsi / Elif Shafak ; traduzione di Daniele A. Gewurz e Isabella Zani
Pubblicazione: Milano : Rizzoli, 2021
Descrizione fisica: 364 p. ; 22 cm
Serie: La scala
EAN: 9788817158923
Data:2021
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
Sono presenti 6 copie, di cui 1 in prestito.
Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
---|---|---|---|---|---|
Pontedera, Giovanni Gronchi | NARRATIVA 813 SHA iso | 0010-83190 | In prestito | 17/04/2023 | |
Calci | 823 SHAE 1 | 0200-14170 | Su scaffale | Disponibile | |
Casciana Terme | 894.3 SHA 1 | 0080-10867 | Su scaffale | Disponibile | |
Santa Luce | 894.3 SHAFE | 0330-5763 | Su scaffale | Disponibile | |
Vicopisano | 813 SHA 3 | 0030-29992 | Su scaffale | Disponibile | |
Peccioli, Fonte Mazzola | 894.35 SHA | 0210-10156 | Su scaffale | Disponibile |
Ultime recensioni inserite
Come si racconta la storia di un popolo che ha subìto divisioni, soprusi, violenze e spartizioni di ogni tipo senza essere banali, catturando in ogni pagina l’attenzione dei propri lettori? Elif ŞAfak – pluripremiata scrittrice turco-britannica con all’attivo diciotto libri tradotti in 54 lingue (su tutti, il bestseller La bastarda di Istanbul, uscito per Rizzoli nel 2006) – ha trovato la soluzione in questo suo nuovo romanzo, usando un albero di fico, una “voce narrante” speciale e fondamentale che resta però sempre dietro ai protagonisti. Lo guarda ogni giorno nel suo giardino londinese Ada Kazantzakis, una sedicenne che non sa niente del passato dei suoi genitori. Ignora che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, si incontrarono da adolescenti negli anni Settanta in quell’isola speciale come il colore delle sue acque e della sua natura chiamata Cipro. Ignora che si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d’aglio e peperoncini come ignora che proprio al centro di quella taverna svettava un albero di fico, testimone silente ma presente dei loro incontri al buio o in pieno giorno.
Le sue fronde uscivano dal buco del tetto, il simbolo della speranza che aveva tutta l’isola e chi la abitava, spaccata in due lungo un muro verde di una guerra senza fine, in netto contrasto con le meraviglie di quel posto ricco di profumi, animali, uccelli e di un respiro autentico per la vita. Ecco, quindi, che gli uomini e gli alberi – in questa storia sull’amore, l’identità, il senso di appartenenza e il potere della rinascita – vanno a intrecciarsi proprio come i rami di un fico mettendo in risalto la loro principale differenza che sta nel tempo. Se quello umano è lineare e nasce da un passato considerato un capitolo chiuso verso un futuro che immaginiamo intatto – ricorda l’autrice – quello degli alberi è circolare. Nel loro caso, il passato e il futuro respirano nell’attimo presente e il presente non si muove in un’unica direzione, ma disegna cerchi dentro i cerchi, gli stessi anelli che si trovano al loro interno quando vengono abbattuti. “Gli alberi – fa dire alla protagonista – vanno ascoltati, perché ognuno di noi, come loro, sussurra nel vento”. Sono più vecchi di della nostra specie e, proprio per questo, bisogna ascoltare quello che possono raccontare, perché nascosti dentro le loro storie ci sono il passato e il futuro di umanità che è solo da proteggere, ma mai più da sradicare.
Clicca sulla mappa dove vuoi posizionare il tag