Finché il caffè è caldo
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Libri Moderni

Kawaguchi, Toshikazu

Finché il caffè è caldo

Abstract: In Giappone esiste una caffetteria speciale. Su di essa girano mille leggende. Si narra che, bevendo il caffè, sia possibile rivivere un momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare la persona che non doveva sfuggire. Si narra che facendo quel piccolo gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare: non bisogna, per nessuna ragione, finire il caffè dopo che si è raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria. Eppure qualcuno decide di sfidare il destino. Qualcuno si siede su quella sedia con davanti una tazza fumante. C'è Fumiko, che non ha trattenuto il ragazzo che ama; Kothake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa; Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con sua sorella. E infine c'è Kei, che cerca tutta la forza dentro di lei per diventare una buona madre. Ognuno ha un rimpianto. Ognuno ha un ricordo che riaffiora. Ma tutti scoprono che non è importante il passato. Perché non si può cambiare. Ciò che conta è il presente. Quello è nelle proprie mani. Ogni cosa si può ancora decidere, scegliere, fare nel modo giusto. La vita come il caffè va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.


Titolo e contributi: Finché il caffè è caldo / Toshikazu Kawaguchi ; traduzione di Claudia Marseguerra

Pubblicazione: Milano : Garzanti, 2020

Descrizione fisica: 177 p. ; 22 cm

Serie: Narratori moderni

EAN: 9788811608769

Data:2020

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Nomi: (Autore) (Traduttore)

Soggetti:

Classi: 895.636 Allegorico <genere fiction> (0) Drammatico <genere fiction> (0)

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2020
  • Target: adulti, generale

Sono presenti 23 copie, di cui 6 in prestito.

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Se ognuno avesse la possibilità di rimediare ad un rimpianto, specie di quelli laceranti, sarebbe in grado di approfittare di questa opportunità? Su questa base si sviluppa il romanzo d’esordio del regista e sceneggiatore giapponese quarantanovenne Toshikazu Kawaguchi. Il titolo del romanzo è Finché il caffè è caldo, l’ambientazione è in una caffetteria.

L’autore giapponese parte da un contesto abbastanza surreale: esiste una caffetteria in cui è possibile entrare per poter affrontare e confrontarsi con un rimpianto, un gesto o un fatto denso di malinconia che il passato non è riuscito a cancellare. Si potrà bere un caffè e in quell’atto rivivere quel passato pieno di ripensamenti. C’è una sola condizione essenziale: non far raffreddare mai il caffè, altrimenti tutto sarà perduto.

Si tratta quindi di un’occasione rara: rivivere quell’istante preciso, il momento in cui si è fatto il gesto della discordia o detto la parola che ha creato uno squarcio con una persona che si ama. La trama si concentra in particolar modo su quattro persone: Fumiko, una ragazza che sente di aver avuto la colpa di non avere trattenuto con sé il ragazzo che amava tanto e adesso sente di essere mancante di una parte essenziale per il suo futuro; Hirai, che ha avuto un conflitto con la sorella e sente che non è stata sufficientemente aperta e sincera nel rapporto; Kei invece cerca una bussola interiore, che riesca a riunire tutte le forze necessarie per essere una buona madre, trovare orgoglio per sé stessa; Kotake che vive il rimorso di un rapporto non pienamente realizzato con il marito ed adesso sente di essersi smarrita nella sua malinconia.

Quattro storie diverse, quattro personaggi femminili diversi, con formazioni differenti ma caratterizzate da un elemento che le unisce in modo indissolubile: il rimpianto. Trovare la propria anima di fronte alle increspature più incoscienti e recondite di ciò che è stato. La letteratura giapponese, specie negli ultimi anni, si è fortemente concentrata sull’aspetto interiore delle personalità umane, di quei tic che racchiudono parole nascoste o episodi inespressi del quotidiano. Oltretutto questi racconti sono stati confezionati sempre in contesti surreali, talvolta bucolici o onirici, dove l’umanità si perde, distrugge quei freni inibitori che bloccano qualsiasi nostra iniziativa, la nostra ricerca della verità.

Finché il caffè è caldo è un romanzo scorrevole, gradevole e di sane riflessioni. Un laboratorio che racchiude in una caffetteria quattro storie in cui si celebra il concetto che possiamo ricondurre ad Orazio: carpe diem, cogliere l’attimo, non lasciarsi sopraffare dai ripensamenti, dalle sovrastrutture che non fanno altro che costituire in seguito quei rimpianti.

Collezionare momenti, prodursi in emozioni, scambi d’affetto o di confronti accesi, vivere e sopravvivere agli scenari imprevedibili della vita. Sbagliare, per non vivere poi quel destino delle quattro protagoniste del romanzo: la possibilità di un’occasione che vive ancora di quella paura di non essere sufficientemente pronti al destino. Ma nessuno è mai pronto, siamo solo dei collaudatori di frammenti di un vissuto, terribilmente imprevedibile.

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