Abstract: In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltipllcarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull'altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: "Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi". Con dolore, e con disarmante onestà, in "Olive Kitteridge" si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana - e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un'alta pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo "romanzo in racconti", del Premio Pulitzer 2009.
Titolo e contributi: Olive Kitteridge / Elizabeth Strout ; traduzione di Silvia Castoldi
Pubblicazione: Roma : Fazi, 2009
Descrizione fisica: 383 p. ; 22 cm
Serie: Le strade ; 158
ISBN: 978-88-6411-033-2
Data:2009
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.), Inglese (lingua dell'opera originale)
Paese: Italia
Sono presenti 18 copie, di cui 1 in prestito.
Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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Pontedera, Giovanni Gronchi | NARRATIVA 813 STR oli | 0010-33646 | Su scaffale | Disponibile | |
Crespina | Narrativa adulti 813.6 STR 1 | 0090-9037 | Su scaffale | Disponibile | |
Ponsacco | 813.54 STR 2 | 0110-12269 | Su scaffale | Disponibile | |
Volterra | 813.5 | 0150-13988 | Su scaffale | Disponibile | |
Vecchiano | 813.54 STR.E/1 | 0170-9069 | Su scaffale | Disponibile | |
Pisa SMS | Archivio 810 STRO oli | 0250-50796 | Su scaffale | Disponibile | |
Vicopisano | 813 STR 1 | 0030-18342 | Su scaffale | Disponibile | |
San Giuliano Terme | 813 STR 1 | 0040-16661 | In prestito | 05/01/2024 | |
San Giuliano Terme | MAG 813 STR 1/a | 0040-15645 | In deposito | Disponibile | |
San Miniato, Mario Luzi | NAD CCL 813.6 STR/EL OLI I | SM038-48824 | Su scaffale | Disponibile | |
Pontedera, Giovanni Gronchi | 800 STR 1 | 0310 -4024 | Su scaffale | Disponibile | |
Pontedera, IPSIA Pacinotti | 813.54 STR oli | 0455-259 | Su scaffale | Disponibile | |
Pisa, Liceo Scientifico Ulisse Dini | 813.6 STR OLI | 0910- | Su scaffale | Disponibile | |
Calcinaia | 813.5 STR CAL | 0120-19983 | Su scaffale | Disponibile | |
Pisa SMS | 810 STRO oli 1 | 0250-81809 | Su scaffale | Disponibile | |
Lorenzana | 813 STR oli | 0430-2951 | Su scaffale | Disponibile | |
Peccioli, Fonte Mazzola | 813.5 STR | 0210-9962 | Su scaffale | Disponibile | |
Castellina Marittima | 813.5 STROE | 4695 | Su scaffale | Disponibile |
Ultime recensioni inserite
Siamo a Crosby, nel Maine, una cittadina americana piuttosto ordinaria, sull’oceano Atlantico, dove il tempo scorre continuo, stagione dopo stagione.
Questo è il palcoscenico su cui entrano ed escono tutti i personaggi che fanno parte del libro. Infatti, ogni capitolo di Olive Kitteridge si concentra su personaggi e storie diverse, come se fossero una serie di racconti, in cui il filo conduttore che li tiene uniti è proprio il personaggio di Olive Kitteridge. Lei è l’insegnante della scuola di Crosby, che compare in modo più o meno importante nelle vite dei suoi concittadini.
Nel frattempo, però, la Strout, oltre a dare una visione d’insieme di Crosby e dei suoi abitanti attraverso le loro storie personali, percorre la vita di Olive Kitteridge, soprattutto nella sua fase “matura”.
Ogni capitolo diventa come una fotografia: infatti in ognuno c’è un’atmosfera diversa, cambia spesso il punto di vista in base alla storia che viene raccontata e soprattutto in base a chi la racconta. La Strout crea delle situazioni che sono vere e proprie scene, corpose, vivide, visibili: i personaggi si muovono, agiscono, e dalle loro azioni traspare ogni cosa, senza bisogno di nessuna spiegazione. All’interno dei capitoli, tutti gli elementi suggeriscono, in modo sottile e mai esibito, il senso di ogni storia: gli oggetti, i più comuni, inseriti magari all’inizio del racconto, tornano alla fine, e diventano simbolici.
Olive Kitteridge è un mondo popolato da tanti personaggi diversi, dai quali emerge sempre una sofferenza di fondo: da Henry, il marito di Olive, al loro figlio Christian, dalla pianista del cocktail bar della città alle sorelle Julie e Winnie, fino ad Olive stessa. Si tratta di storie famigliari, di matrimoni e tradimenti, di fame e di tormenti; sono storie intime, spesso tenute nascoste agli altri abitanti. E la Strout, con una scrittura scorrevole e in maniera gentile, le scopre, a poco a poco, magari a volte le suggerisce soltanto.
Sono spesso storie di maturità e di vecchiaia. La solitudine, il senso di occasioni, momenti perduti sono temi e sensazioni presenti lungo tutto il libro. E il tempo che scorre, che pesa, che cambia tutto, e di fronte a cui spesso si è impotenti.
[…] “A volte mi sembra di non poter mai vincere”. “Non puoi vincere” aveva risposto Henry “Puoi solo fare del tuo meglio”
Olive Kitteridge è un libro che, in maniera semplice, parla di temi difficili. Però, nell’ultimo capitolo, in cui siamo con Olive, la Strout conclude dando al lettore una speranza. La speranza che, in fondo, non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco.
È una raccolta di racconti i cui protagonisti sono tutti in qualche modi legati a Olive. Mi è piaciuto, non solo perché Olive è già sessantenne quando inizia la storia. Di sicuro lo stile di vita è americano, ma abbastanza vicino al nostro. Da rilevare il rapporto con il figlio, anzi in genere tra genitori e figli e pure tra coniugi. Alla fine hodeciso di leggere anche il secondo libro.
Olive Kitteridge ha, in apparenza, tutto quello che fa di lei una donna forte. Crede ciecamente di esserlo, impone a se stessa di essere invincibile, una roccia indeformabile. È difficile per chi la circonda accoglierla serenamente nella propria esistenza. Olive non è solo una comparsa nelle vite degli altri, i quali non possono ricordare di aver salutato per caso Olive per strada: Olive passa e lascia un segno, le sue parole rimangono. Le sue risposte sono secche, dure, realistiche, come se non ci fosse altro al di fuori della nuda e cruda realtà, come se la vita fosse soltanto una macchina. Sono sciocchi gli altri a illudersi che non lo sia. Si nasce, si vive, si muore. Si hanno sentimenti perché si deve averne, la natura umana li prevede. Questi non nascono spontaneamente, ci sono e basta. Ci si sposa, si fanno figli. Funziona (meccanicamente) così.
Lei crede nel culto del “non chiedere scusa”, del non retrocedere, del non dimostrarsi debole, non bisogna esserlo mai. Non deve avere rimorsi perché per vivere bene non bisogna averne.
Appannata dall'ego, comprende solo il suo punto di vista, non riesce (perché probabilmente non vuole) ad andare al di là del suo naso quel poco che basterebbe per scoprire che alle sue azioni corrispondono reazioni uguali e contrarie. Una serie di eventi la indurranno a sospettare che forse la vita che sta portando avanti non è solo la sua, forse c’è qualcuno che riflette, che soffre per le sue azioni. Tuttavia non attribuisce il dolore degli altri a un cuore spezzato, al logoramento interiore, a un animo distrutto a causa sua. Nella vita si soffre. È normale. Soffrono tutti. Ma questo è sempre il suo punto di vista, non la verità.
Ormai superati i settanta anni, riuscirà a rimediare? Riuscirà a capire?
Io ho venti anni e ho letto questo libro in un periodo in cui sto riflettendo proprio su questo. Olive Kitteridge sono io. Ed è triste. L’esistenza di Olive Kitteridge è triste.
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